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I servizi ecosistemici

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Le minacce al Posidonieto

Foto A. Politis

 

A partire dagli anni ’50, le praterie di Posidonia hanno subìto una regressione considerevole, in alcuni casi pari al 90% della loro estensione originaria.

Le cause sono da attribuire principalmente a fattori antropici, tra cui:

  • l'inquinamento, che danneggia le praterie attraverso le sostanze chimiche o con l’alta torbidità delle acque;
  • la pesca a strascico, che pur essendo vietata nei posidonieti, a volte viene praticata ugualmente provocando gravi danni, quali lo sradicamento di intere piante e la distruzione della "matte" (l’intreccio di rizomi e radici tra cui rimane intrappolato il sedimento), la quale ha una crescita molto lenta e stocca moltissima CO2, pertanto il danno è ancor più grave;
  • l’ancoraggio indiscriminato delle imbarcazioni direttamente sul posidonieto, che provoca gravi danni strappando foglie e rizomi, ma anche piante intere.

                                                                                         

I danni dovuti all'ancoraggio indiscriminato da parte delle navi da diporto sono stati illustrati dal Progetto Interreg GIREPAM in questo significativo video.

                                                                                                                           
 

La vita della Posidonia

  Perché la Posidonia è così importante?

Azioni del progetto

Per raggiungere gli obiettivi del progetto, e contribuire alla conservazione delle prateria a Posidonia oceanica del Mediterraneo, sono previste le seguenti azioni: 

Azioni preparatorie:

Azioni concrete di conservazione:

Azioni di monitoraggio:

Azioni di disseminazione:

Azioni di gestione generale:

  • F.1 Gestione generale del progetto
  • F.2 Audit e After Life Plan

CHE COS'E' IL BLUE CARBON?

 

Il “Blue Carbon” (carbonio blu) è il carbonio immagazzinato negli ecosistemi costieri e marini. Esso viene catturato dagli oceani e dagli ecosistemi costieri del mondo, diversamente dal carbonio verde che viene immagazzinato dalle foreste e dai loro suoli. Il Blue Carbon catturato dagli organismi che vivono negli oceani è immagazzinato, sotto forma di biomassa e sedimenti, principalmente nei mangrovieti, nelle torbiere e nelle praterie di fanerogame (come le praterie di Posidonia).

Il carbonio viene immagazzinato nei sedimenti oceanici e nei rizomi della pianta marina denominata Posidonia oceanica, che ospita tra le sue foglie innumerevoli forme viventi: pesci, molluschi, alghe marine, ecc.  Foto F. Pacenza

 

Nonostante la biomassa vegetale nell'oceano sia inferiore a quella terrestre (0,05%), essa assorbe quasi la stessa quantità di carbonio annuale degli organismi vegetali terrestri, e rappresenta quindi depositi di Blue Carbon molto efficienti.

Le piante marine, in particolare, contengono nei sedimenti riserve di carbonio organico superiori a quelle stoccate dagli ecosistemi forestali terrestri. Tali ecosistemi, incluso l'habitat delle praterie di Posidonia, sono inseriti nella Rete Natura 2000, una rete ecologica europea creata per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari.

Parco Nazionale dell'arcipelago di La Maddalena (SS): Posidonieto visto dall'alto. Foto M. Miozzo

Nonostante siano habitat protetti a livello nazionale e internazionale, stanno scomparendo a un ritmo 4 volte superiore di quelli terrestri.


Il degrado e la perdita di questi ecosistemi porta a un’emissione comparabile al 10% delle emissioni derivanti dalla deforestazione.
 

Gli ecosistemi Blue Carbon ricoprono circa il 2% dei fondali oceanici, ma immagazzinano circa il 50% del carbonio sepolto nei sedimenti marini. La loro capacità di immagazzinamento è 10 volte quella delle foreste temperate e 50 volte quella delle foreste tropicali.


Per essere utile alla mitigazione del cambiamento climatico il carbonio deve essere sequestrato a lungo termine (almeno 100 anni), quindi è la frazione organica sequestrata nella matte che assume da questo punto di vista il ruolo principale.

La tutela e la conservazione di questi habitat marini e costieri rappresenta una valida strategia per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, l'accordo globale sui cambiamenti climatici raggiunto nel 2015, che prevede un piano d'azione per limitare il riscaldamento globale "ben al di sotto" dei 2° centigradi.

 

  

 

Per saperne di più:

The Blue Carbon Initiative

 

 

 

La vita della Posidonia

Le praterie a Posidonia, dette anche posidonieti, sono gli habitat marini in cui vive la Posidonia oceanica, una pianta marina appartenente alla famiglia delle Posidoniaceae. A dispetto di ciò che può far pensare il nome, si tratta di una pianta endemica del Mar Mediterraneo, ovvero è presente esclusivamente in questo territorio.

Dal punto di vista scientifico essa appartiene alle cosiddette fanerogame marine, chiamate anche spermatofite (ovvero piante che portano semi), cioè piante che presentano una differenziazione in radici, fusto e foglie, oltre che possedere fiori e frutti.  Alla luce di queste caratteristiche, stiamo parlando a tutti gli effetti di una pianta e non di un’alga, contrariamente a quanto molti credono!

La Posidonia oceanica rappresenta una specie chiave dell’ecosistema marino costiero, arrivando ad occupare un’area intorno al 3% dell’intero Mediterraneo (corrispondente ad una superficie di circa 38.000 km2).

Questa pianta vive generalmente tra 1 e 30 metri di profondità, dove colonizza i fondali sabbiosi o detritici ai quali aderisce per mezzo dei rizomi (modificazioni del fusto con funzione di riserva) e sui quali forma vaste praterie, i posidonieti appunto, che sono sistemi ad elevata densità (oltre 700 piante per m2).

Le foglie cadute della pianta si accumulano nella stessa prateria, ma il moto ondoso invernale le trasporta e le accumula lungo le spiagge, causando i noti accumuli di Posidonia chiamati “banquettes”. Questi ammassi di resti vegetali, ingiustamente detestati dai bagnanti, al contrario svolgono una funziona positiva in quanto attenuano la forza del moto ondoso e ostacolano i meccanismi di erosione costiera, proteggendo così i litorali sabbiosi.

Accumuli di Posidonia spiaggiata al Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena (SS). Foto M. Miozzo

 

Perché la Posidonia è così importante?

Le minacce al Posidonieto